La violenza nell’educazione è ancora molto frequente
Il diritto dei minori a essere protetti da qualsiasi forma di violenza nell’educazione, sia fisica che psicologica (dai maltrattamenti alla negligenza), è sancito dalla Convenzione ONU sui diritti del fanciullo (di seguito «CRC»), ratificata anche dalla Svizzera.
Un rapporto di ricerca del 2017 basato su un’indagine svolta dall’Università di Friburgo, rispetto agli anni 1990 la quota dei genitori che dichiarano di ricorrere spesso o regolarmente alla violenza nell’educazione si è notevolmente ridotta. Tuttavia, circa la metà degli interpellati indica di far uso della violenza fisica. Anche il ricorso a forme di violenza psicologica è frequente: due terzi dei genitori indicano di farne uso e un quarto di farlo addirittura regolarmente. Dall’indagine tra i genitori emerge inoltre che la violenza fisica è esercitata con particolare frequenza nei confronti dei bambini di età compresa tra zero e sei anni: a esserne interessato in questa fascia d’età è un bambino su undici.
La maggior parte dei genitori ricorre alla violenza in situazioni di sovraccarico, mentre è contenuto il numero di quelli che lo fanno sistematicamente. Molti indicano di aver agito sotto stress e di essersi successivamente sentiti in colpa. Per la maggior parte dei genitori, inoltre, è chiaro che le gravi forme di violenza sono vietate. Secondo l’indagine, però, il concetto di violenza varia da un genitore all’altro e di conseguenza è diversa anche la percezione delle sue conseguenze. Un genitore su quattro parte dall’idea che una sculacciata e qualche schiaffo siano ammessi di tanto in tanto, approvando quindi l’affermazione «Uno scappellotto non fa male a nessuno».
Raccomandazioni della CFIG
Per proteggere meglio i minori dalla violenza in famiglia nel contesto attuale la CFIG rileva gli ambiti d’intervento seguenti.
Modifica legislativa
Una chiara norma legale nel CC che prescriva il diritto dei minori di crescere senza violenza.
Prevenzione, informazione
Poiché la violenza interessa soprattutto i bambini piccoli, i quali non possono difendersi da soli, è importante informare presto i genitori, idealmente già prima che lo diventino. La trasmissione di conoscenze sulle fasi di sviluppo del bambino piccolo (p. es. la fase di opposizione) costituiscono una base fondamentale per la prevenzione della violenza. Occorre che gli specialisti (levatrici, consulenti per l’infanzia ecc.), i quali accompagnano e consigliano i (futuri) genitori, forniscano anche informazioni sulle forme e sulle conseguenze della violenza nonché modi di agire alternativi. A tal fine vanno maggiormente sfruttati anche i pertinenti canali informativi online oppure offerte di formazione per i genitori.
Rilevamento precoce della violenza o di una minaccia di violenza
Formare gli specialisti attivi nei settori dell’infanzia e della famiglia per permettere il rilevamento precoce di situazioni di violenza o a rischio.
Offerta di consulenza e di aiuto
Le offerte devono essere accessibili a tutti i genitori e minori. Il fatto di ricevere il sostegno necessario e/o adeguato non deve dipendere dal luogo di domicilio.
Basi e misure di monitoraggio
Predisporre strumenti e procedure per la rilevazione dei dati necessari a monitorare statisticamente i casi di maltrattamento dei minori nonché individuare e colmare le eventuali lacune nel sistema di assistenza.
Attuazione completa della Convenzione sui diritti del fanciullo
Consiglio federale deve valutare in che modo questo tema possa essere integrato nei programmi e nelle strutture esistenti. L’Esecutivo e il Legislativo devono schierarsi nettamente contro la violenza nell’educazione, respingere inequivocabilmente il diritto di correzione e vagliare la possibilità di un adeguamento o di un completamento delle norme legali esistenti.
Documento di posizione delle CFIG: “Il diritto dei minori a un’educazione senza violenza”